venerdì 4 dicembre 2015

Fragole a Natale...



È finita da poco la stagione dell'anguria e delle ciabatte infradito ed ecco che, qui a Xiamen, inizia già quella delle fragole, per la gioia di Diego e della Fede... Ne vanno ghiottissimi e a me fa piacere prepararle perché hanno un profumo dolce e avvolgente. Se chiudo gli occhi, però, quell'odore non può che riportarmi alla primavera.
Quando arrivavano le fragole significava che l'inverno era finito, che i colori tornavano sul banco del fruttivendolo e negli armadi, l'aria si addolciva... È stranissimo avere le fragole di stagione in autunno, con l'inverno che non è ancora iniziato e l'albero di Natale, fatto domenica scorsa, che mi guarda sornione dal soggiorno... Strano ma bello, come è strano sentire freddo con 20 gradi e mettere il piumino con 18...non c'è storia, si cambia si cambia e si cambia. Il paese dove vivi ti plasma e ovviamente le sensazioni del corpo sono le prime a parlare...



L'altro giorno ho ricevuto un messaggio su una chat di gruppo; una mamma avvisava che nella scuola di sua figlia c'erano casi di varicella e quindi di fare attenzione. Poi sono partiti i commenti di altre mamme, chi era preoccupata, chi chiedeva la traduzione in cinese, chi voleva sapere dove era esattamente la scuola e chi... Voleva organizzare un chicken pox party! Ovvero una festa della varicella.
Funziona così (almeno negli Stati Uniti, in Belgio, in Russia e nel Regno Unito): se c'è qualche bambino malato, si organizza una festicciola dove i genitori possono portare i loro bimbi perché vengano infettati dal virus e si ammalino, preferiblemente in un periodo "prestabilito" (lontano da una vacanza programmata, da Natale oppure da un viaggio di lavoro di uno dei genitori)...
Cosa succede in Italia? Le cose sono cambiate oppure ancora si trema alla parola varicella e il bambino malato viene messo in quarantena? :)
A me comunque i parties sembrano una pazzia... Se mio figlio si deve ammalare si ammalera'... Ma andarsela a cercare di proposito.....tutto per immunizzare il tuo bambino??!!






Sul fronte scuola / lavoro tutto procede, la fede è sempre impegnata nella lettura e nella scrittura. La scorsa settimana è arrivata la pagella del primo trimestre con risultati molto buoni. Diego canticchia Jingle Bells più altre canzoncine in cinese e quando può si nasconde dietro all'albero di Natale a mangiare i cioccolatini del calendario dell'avvento...
Ci prepariamo alla partenza per la Cambogia il 19 di dicembre... La fede sta pensando ad un modo per avvertire Babbo Natale che non saremo in casa il 25 ma di portare ugualmente i doni...


Sul fronte casa è un piccolo disastro... Non solo la costruzione del mega albergo davanti al nostro condominio continua (ora siamo alla fase di scavo dei buchi per le fondamenta), ma la nostra padrona ci ha comunicato che intende vendere l'appartamento.... Quindi potrebbe darsi che dietro l'angolo ci (mi) attenda un nuovo trasloco... Magari in una casa tradizionale ...bottega, ufficio, casa, stendino, cucina, zona pranzo, zona notte, ripostiglio, tutto incorporato....notare il box per i bambini fatto con le canne di bambù...bellissimo!!! Forse solo un po' piccolo per i nostri standard di spazio....però se ti devi adattare sin da piccolo ad averne poco e a doverlo condividere...è il massimo, no?












Chiudo con una carrellata di foto dell'autunno a Xiamen... Molto felice di essere qui ma con un po' di nostalgia di castagne, foglie multicolori che cadono dagli alberi, caminetti scoppiettanti...

A presto dalla Cambogia, dove ci saranno di nuovo 35 gradi!!!
Buon Natale e Buon Anno!!! X
















Questa è una piccola chicca...come si fanno i numeri in cinese con le mani? Ovviamente in modo molto diverso dal nostro. Può essere utile se dovete contrattare sul prezzo di qualcosa, al mercato o per un taxi...


Fede e Dodo al parco...


Come si svuotano le zucche per Halloween?
Sto iniziando a capire lo spirito di questa festa che prima non mi diceva molto, adesso se vi devo dire la verità quasi quasi la preferisco al Carnevale...


Non a casa nostra....a casa degli altri ci si diverte di più!!!


Halloween in varie declinazioni...







 In bici per le vie di Xiamen, alla scoperta della città...mattinata con le mie amiche, abbiamo visitato stradine di mercati, negozi di libri e stampe, alcuni templi buddisti...
L'organizzatrice del tour è Geertjie, una mamma olandese che nel tempo libero ha coltivato un hobby rendendolo un piccolo business: organizza giri in bici per i turisti, per ora i suoi migliori clienti sono i membri dell'equipaggio della KLM (compagnia di bandiera olandese) che quando arrivano a Xiamen dopo un volo intercontinentale devono fare una sosta di due giorni almeno, per contrato, e sono ben felici di avventurarsi per questa Cina un po' insolita...
Generalmente sull'altare dei templi  si trovano due semi, come grossi fagioli, dalla forma a mezzaluna, rossi, con una parte liscia e una bombata. I fedeli possono lanciarli come se fossero dei dadi, per avere una risposta ad una domanda che sta loro a cuore. Se i semi cadono con le due parti lisce rivolte verso l'alto, significa che il Budda ride. Le due parti curve verso l'alto invece non hanno significato. Una parte liscia e una curva significano "Si". La tradizione vuole che non si possa rifare la stessa domanda una seconda volta, ma è concesso, per esempio, chiedere la stessa cosa in modo diverso. "Andrà bene il colloquio di domani"? può diventare "Settimana prossima avrò un lavoro"? 
Questa spiegazione del modo di interpretare il lancio dei semi (la risata, la mancanza di significato e la possibilità di aggirare un ostacolo con l'astuzia)  riflettono tantissimo la cultura cinese e l'atteggiamento dei cinesi di fronte alla vita.
S
Per esempio, soprattutto in pubblico, dire di no apertamente può far perdere la faccia a sé oppure al proprio interlocutore, di conseguenza la religione riflette e si fa riflesso di un costume nazionale.


Soldi falsi da bruciare in particolari cerimonie, secondo il calendario lunare, per omaggiare gli antenati. Qui ce n'è una carriola intera...


Porte cinesi...

Tutti in bici!


E per finire...zuppetta di scorpione! (solo fotografata, non assaggiata...non è nelle mie corde...).


Queste le altre pagine del libro della Fede! 




giovedì 15 ottobre 2015

Cartoni animati in... milanese!


L'estate è passata, è da tanto che non scrivo ma questo non significa che mi sono abituata alla vita qui oppure che non c'è più da scrivere perché ormai guardo gli avvenimenti con occhi orientali... Al contrario! Però forse adesso sento Xiamen proprio come casa mia e scrivere è diventato qualcosa di meno terapeutico rispetto ad un paio di anni fa...


Gli avvenimenti principali dopo le vacanze estive in Italia sono legati alla scuola: la Fede ha iniziato la prima elementare e Diego l'asilo nido!


Federica sta a scuola dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 4.30 e tre pomeriggi alla settimana i bambini sono impegnati in attività extra scolastiche, lei ha scelto computer fun e math club, oltre alla sua disponibilità per organizzare balletti durante le assemblee... Sono iniziati anche i compiti, di solito leggere 20 minuti al giorno e poi cinese, scrivere e studiare i caratteri e la loro trascrizione nel nostro alfabeto, il pin yin....difficile! La fede è brava, ci sono giorni che non ha molta voglia di fare cinese..... Io la sprono, a volte devo insistere.... Però dentro di me la capisco.. I caratteri sembrano e SONO tutti uguali!
E comunque, la persona che in famiglia parla meglio cinese è e rimane..... DIEGO!


Abbiamo cominciato inoltre a fare italiano insieme e leggere le viene molto più spontaneo dell'inglese o del cinese, così vuole sempre fare italiano! Per la serie.... Una bella carica di autostima! Mi sento un genio!
E poi! La nostra Fedina ha imparato ad andare in bici! Io e Checco le abbiamo regalato una bella bici azzurra per il suo compleanno....! All'inizio la snobbava perché in realtà aveva paura... Il primo giorno che ha provato ad andarci ha pianto tutto il tempo dicendo che non sarebbe mai riuscita... Poi Checco ha avuto l'idea geniale di togliere i pedali e per un pomeriggio la fede si è spinta con i piedi cercando l'equilibrio... Poi puff... È partita! Ora nessuno la può fermare! Ogni pomeriggio quando torna da scuola vuole andare in bici e due sabati fa abbiamo pedalato per 15 km intorno al lago.... Checco era tutto orgoglioso, io stravolta e la Fede che chiedeva quando avremmo fatto il prossimo giro!
Ecco il video del primissimo giorno in cui è riuscita ad andare da sola in giardino! Che emozione per lei e per noi! Vederli crescere....




L'altra sera ci ha fatto troppo ridere... Checco stava mettendo un DVD con un cartone animato e ha chiesto alla Fede quale traccia audio preferiva. Lei ha provato a leggere l'elenco delle lingue disponibili, tra cui c'era anche il malese, e tutta felice ha escalmato: lo vorrei vedere in MILANESE! ahahahahahah

Ecco invece una foto del menù dell'asilo di Diego! Mi dicono che mangia e partecipa bene alle attività, che sono in cinese ed inglese. Sul fronte culinario abbiamo fatto progressi e da quest'estate Diego mangia volentieri anche la pasta con il pomodoro e in generale il sugo rosso.

Qui fa ancora caldo come sapete, siamo intorno ai 28 gradi, e si è da poco conclusa la stagione dei tifoni. In realtà di solito i tifoni si abbattono su Taiwan e a Xiamen arriva solo la coda delle piogge e dell'aria fresca. Però mi ha fatto ridere il fatto che guardando la televisione in questi giorni comparisse un avviso sulla possibilità che i canali non si vedessero bene causa tifoni! Mi sono sentita davvero.... Tropicale!

Per finire ho iniziato un corso di calligrafia cinese, siamo alla seconda lezione durante la quale ci hanno assegnato il nostro nome in mandarino. Per dare un nome cinese a uno straniero si può procedere in due modi: seguendo la pronuncia del nome e cercando i caratteri cinesi il cui suono più si avvicina alla pronuncia oppure seguendo il significato. Per esempio, Valentina significa forte, in salute, valorosa (dal latino) e il mio nome cinese è la traduzione di questo significato, Gao Shang.




Ci esercitiamo nella scrittura con il pennello....
Il maestro dice sempre che siamo bravissime, qualunque cosa facciamo, è un tipo entusiasta che mette musica classica e inizia a parlare in cinese a raffica mentre la traduttrice cerca di stargli dietro... Mi danno molta pace queste lezioni, molta libertà!

Proviamo ad ispirarci a Mirò! Guardate certi suoi dipinti... Per me è stata come una folgorazione...caratteri orientali e colori occidentali!

Praticamente siamo tornati tutti a scuola... Con il benestare di Checchino (che ha ripreso gli allenamenti di calcio... Anche se dice che è in una squadra di  pigri che vogliono solo fare la partita senza allenarsi!)...



domenica 19 aprile 2015

Pensieri di terracotta

La primavera è arrivata, il cantiere davanti a casa nostra è stato aperto (trattasi di albergo di 45 piani) ma i lavori non sono ancora cominciati, le attività con il gruppo delle mamme fervono, il contratto Expat di Checco è stato rinnovato per un altro anno. Tutto procede.
Mentalmente comincio a fare il conto alla rovescia per il rientro in Italia con i bambini tra sei settimane. Sono curiosa delle prime impressioni che avrò dopo quasi nove mesi fuori perché qui a Xiamen siamo ormai abbastanza anestetizzati alla cinesita' che ci circonda.

Prelevare al bancomat in accappatoio e ciabatte? Perché no, qualcuna ti starà aspettando oppure tu sei troppo pigro ma io ti ringrazio in ogni caso, o membro sconosciuto dell'immenso popolo cinese, perché hai trasformato la mia commissione in banca in un'esperienza culturale.

Tartarughe per cena? Perché no, devo solo scegliere se quelle al banco dei freschi nella vaschetta di plastica oppure quelle del venditore ambulante all'angolo, giù in strada, entrambe rigorosamente vive...

Lavare e tagliare le verdure sulla strada? Perché no, in fondo dovrebbe essere pulita, soprattutto se ci è appena passato un motorino e il signore con il carretto ha sputato proprio lì.


Il rientro in patria farà bene soprattutto alle competenze linguistiche dei bimbi. La Fede comincia a mostrare carenze nella coniugazione dei verbi. Io rieschio, lei rieschie, io toglio, io uscio, io eschio... Allora compensa con l'inglese, mum, I go out!
Oppure inizia a raccontare qualcosa in italiano e quando ha dubbi su qualche parola passa all'inglese, per poi arrabbiarsi se IO le parlo in inglese.... Mamma parla in italiano!


Diego si destreggia nel suo trilinguismo, abbastanza bene e senza fretta direi.
L'italiano migliora, finalmente al no imperante si è aggiunto uno scintillante SÌ che lui pronuncia con voce dolcissima. Poi ci sono tre vocaboli che mi fanno troppo ridere, ovvero SCOTCH, CRACKER E CORN FLAKES che Diego pronuncia più o meno nello stesso modo CCRRS, ma dal contesto si riesce a capire chiaramente che vuole indicare tre cose diverse. Forse lui le vive come tre parole ponte tra l'italiano e l'inglese...
Altra parola che ci fa ridere, soprattutto alla fede, è BARBARA....? Diego la pronuncia perfettamente ma ci chiediamo dove l'abbia sentita (non conosciamo nessuno con questo nome) e che cosa significhi per lui. Forse biberon?
Il suo cinese si è arricchito di una parola importante, ME YOU, ovvero no, non ce n'è più. La usa quando finisce i biscotti nella ciotolina oppure quando un aereo nel cielo scompare dietro i palazzi. Me you, più, e allarga le manine.


In compenso il mio cinese non migliora e fa sempre più pietà. Oggi ero a un compleanno per pranzo, con un gruppo di amiche provenienti principalmente da The Netherlands. Abbiamo intonato "tanti auguri" in inglese e poi in una lingua che io ho creduto essere olandese. Alla fine dico, per fare la simpatica "Chi la sa in cinese adesso"?... Risposta.... L'abbiamo appena cantata..... Arg!


Sapete che in cinese non si dice semplicemente bambini? O sorella? Se in Italia sei al parco dici bimbi! Qui no, dici mei mei, ge ge, di di, g g. Ovvero sorella minore, sorella maggiore, fratello minore, fratello maggiore.... In alcuni casi è evidente se il bimbo è più piccolo oppure più grande, ma in altri non è così facile, e allora è tutto un chiedere quanti anni ha, quanti mesi.... Per la serie... Complichiamoci la vita!

 
 Per il finesettimana di Pasqua (che qui non esiste ma il cui periodo coincide circa con la loro festività di commemorazione dei defunti, come il nostro due di novembre) siamo stati a visitare la bella città di Xi'an, famosa soprattutto per l'esercito di terracotta.
Strabiliante.
In compagnia dei fidi Pasquale, Deborah, Filippo e Lorenzo ci siamo sentiti dentro ad una puntata di Super Quark.
Schiere di soldati davanti a noi. Immobili nella storia, immortali.
Stupendi.


La città è molto tipica e carina, ospita un quartiere musulmano con una delle moschee più antiche della Cina.
L'architettura cinese e quella araba si fondono in maniera inaspettata ed interessanti, come i visi e i corpi tutt'intorno.
Nelle stradine brulicanti del centro storico le attività fervono e ci è sembrato di camminare nel Medioevo. Tutto si fa all'aperto... spingere, spremere, schiacciare, girare, mangiare, cucinare spiedini di ogni genere alimentare, persino spiedini di uova... In un tripudio di colori e odori che mi ha ricordato certe atmosfere del Marocco (e infatti al ritorno a casa sono andata a riguardare le foto del viaggio in Marocco con Checco, Marce e Lucia).


E al ritorno, pensieri di terracotta in un giorno qualsiasi, mentre in taxi Xiamen si mostrava ai miei occhi...

A volte credo di riuscire a guardare certe scene di diversità,
oppure di reggere certi odori e modi di
fare, soltanto perché so che non sono i miei. Il fatto di non appartenere a qualcosa può essere spiazzante e dare una sensazione di solitudine, ma anche di estrema libertà. Pensare che questo non è il mio mondo mi fa sentire come un fortunato ospite che può curiosare qua e là, guardare dalla finestra e assaggiare un pezzetto di torta senza doverla per forza finire.

Se pensassi di dover vivere qui per sempre non sopporterei i grattacieli così alti e così fitti, la bruttezza di certi stradoni, i cantieri polverosi che sono ovunque, la totale assenza di gusto nel vestire, il kitsch degli arredamenti d'interni, tralasciando il pensiero della mancanza di libertà di espressione, comunicazione, pratica di un credo religioso.

La condizione di residente a termine mi permette di scivolare sulle cose senza giudicare, viverle al di là del loro essere (belle, brutte, sensate, insensate) e sentirmi appagata da una sensazione di diversità.

Non mi spaventa più come all'inizio il non capire. Non capire una cultura, una lingua, un modo di fare.

Lo accetto e godo di quel non capire perché mi sembra di sottolineare la mia appartenenza ad altro. Allo stesso modo gioisco di poter prendere parte a questo diverso.

Due emozioni si mischiano quotidianamente e mi plasmano.

 
Un bacio! Cerco di scrivere ancora prima di tornare e spero di rivedervi tutti!
Mamma mi manchi!
Greta ti voglio conoscere!
Cami voglio venire in campagna............ E poi andare a Londra per un weekend lungo, lunghissimo senza bambini a trovare la Olga, fare yoga e programmare un viaggio in India a cui si aggreghera' anche mia cugina Ilaria che ancora non lo sa!
Eli vieni anche tu?

Smack!




lunedì 16 marzo 2015

Filippine tachipirina e mojito!


Vacanza energizzante come dice Checco!
E dal titolo si può già capire il perché.... 
I mojitos e le birre sono stati molti, per fortuna più della tachipirina che comunque non è mancata...
 
Ma, cominciando dall'inizio, abbiamo quasi rischiato di non partire perché facendo il check in all'aeroporto di Xiamen abbiamo scoperto che il passaporto della Fede scade il 3 agosto 2015, di conseguenza è privo dell'unica caratteristica richiesta per entrare nelle Filippine, ovvero una validità residua di almeno sei mesi.... Per dieci giorni la Fede non poteva partire! 
Nessun problema, ci dice la hostess. Lei resta qui ma voi non dovete preoccuparvi perché su quattro passeggeri uno solo ha questo incoveninte, gli altri possono procedere, prego.... 
Ma stai bene? Secondo te lascio mia figlia qui con il pesce rosso per due settimane? (Sì perché in tutto questo ci eravamo dimenticati del pesce rosso e non abbiamo saputo pensare di meglio che liberarlo nel piccolo stagno dell'aeroporto...) .

 
La hostess comincia a chiamare i suoi superiori, noi il Consolato italiano in Cina perché quello a Manila non risponde. Ci dicono che possiamo tentare, l'ingresso della Fede sarà a discrezione della dogana nelle Filippine che sono in ogni caso uno stato amico dell'Italia... Decidiamo di provare, con la poco incoraggiante notizia che due giorni prima era successa la stessa cosa a una coppia cinese poi rimandata a Xiamen il giorno seguente... Ma considerando che le Philippines Airlines avevano dovuto pagare una multa per aver preso a bordo dei passeggeri non in regola, questa volta si tutelano e ci fanno firmare una dichiarazione con tanto di fotocopia del passaporto e della carta di credito dove acconsentiamo, in caso di sanzione, a risarcirli con 1000 euro! Buon viaggio ci augurano, se aveste avuto del contante però sarebbe stato meglio...... 
Potete immaginare il nostro umore durante il viaggio.... Tra lacrime e studio di tattiche per passare alla dogana. 
Che poi, arrivati all'assurdo aeroporto di Manila, tutto si è risolto con quattro, dico 4, timbri sui nostri passaporti dopo una breve pausa di riflessione sul documento della fede e le dita dell'impiegato che tamburellavano sulla scrivania contando i mesi..... Evviva i paesi amici! 

 
Perché assurdo? 
Perché sembra di essere in una piccola cittadina del Sud America e non in una metropoli asiatica. L'aeroporto è molto grande ma suddiviso in vari terminal lontani tra loro e non collegati. Perdersi o fare ritardo è normale, quindi alle file per il controllo passaporti e bagagli passano ogni tanto degli incaricati con dei cartelli con i nomi delle città di destinazione, invitando chi deve partire a saltare la fila per sbrigarsi. Oppure vedi girare hostess con elenchi cartacei che chiamano persone e poi spuntano i nomi a penna, celebrando l'era della tecnologia! 
I nastri dei bagagli non collegano un terminal con l'altro, quindi se hai un aereo successivo che parte da un terminal diverso devi recuperare le tue valigie da solo... E invece dei normali carrelli ci sono quelli degli hotel, avete presente quelli come nei film? 

 
A Manila ci siamo fermati una notte.
La città è grande e colorata, muri viola, azzurri, verdi, famiglie poverissime per strada che dormono, si trascinano, grattacieli vuoti, tutti parlano inglese. Il traffico è pazzesco, si procede lentissimi su strade affollate.
Il giorno dopo eravamo in ritardo e il taxista per non farci perdere l'aereo ha deciso di prendere l'autostrada. Una lingua di asfalto che attraversa la città. Deserta. In autostrada non c'era una macchina, nessuno. 
Un po' inquieti abbiamo chiesto perché. Perché il pedaggio è di 50 pesos. Un euro. 
Questo sembra valere la vita qui, se ti soffermi su certi volti. 

 
Poi con i bambini tutto passa e non hai nemmeno tempo per troppi pensieri quando la tua isola ti aspetta... Però senti che rimangono lì, non vanno via. Cerchi di dare un valore a quello che hai, insegnare a non avanzare il cibo, non sprecare l'acqua, usare solo quello che davvero serve, passare i vestiti piccoli ad altri bambini o in beneficenza. Gesti che una famiglia può fare e insegnare... 



E la nostra isola ci aspetta davvero. 
Bella, facile, rilassante. Spiaggia bianca, palme a fare ombra da un sole assoluto. Acqua turchese. 
La Fede trova subito amichette con cui giocare, Emma e Mia in particolare. Con l'inglese è immediato e ci sono tante famiglie di espatriati come noi, alcune che vivono in Cina e sono in vacanza per lo Spring Festival come noi, con i bimbi che frequentano la scuola internazionale come noi. 

Con Mia credo che sia stato amore a prima vista da parte di Diego. Ancora adesso, in un qualsiasi momento della giornata ad un certo punto lui la chiama. MIA MIAAAA dice, con gli occhietti dolci. E poi sussurra una frase tipo "non so" per rispondere alla domanda "dov'è Mia"?. 




Dopo qualche giorno dal nostro arrivo Pasquale, Deborah, Filippo e Lorenzo ci hanno raggiunto da Shanghai! Che bello tutti insieme! 
I bimbi hanno giocato benissimo e il numero dei mojitos è aumentato esponenzialmente! 
E poi com'è rilassante... Ogni tanto qualcuno piange, dorme, fa la cacca, cade... Ma siamo insieme, tutto passa! 
E io e Deborah come eravamo soddisfatte quando a piangere non erano i nostri, quando a fare i capricci per una volta tanto era qualche altro bimbo....Ahahahahahah 

 
Per quanto riguarda la tachipirina, invece, ecco l'elenco:
- prima dose alla Fede, la prima notte a Manila, per febbre a 38 poi sparita
- segue Diego al quinto giorno di vacanza, per febbre e tosse che se ne andranno solo con l'antibiotico. Peccato che dal primo giorno di febbre Diego non abbia più voluto toccare la sabbia...
- terza dose a Fede che una notte si sveglia piangendo disperata per il male all'orecchio destro, poi misteriosamente scomparso così come era apparso
- seguo io con torcicollo esattamente il giorno prima di partire, quello in cui devi fare tutte le valigie e il solo pensiero di dover prendere due aerei senza poter nemmeno girare il collo per il dolore ti fa...sorridere?
- chiude Filippo con febbre alta gli ultimi due giorni di vacanza
Io e Deborah abbiamo eletto la tachipirina farmaco preferito in assoluto!


Mentre il gadget della vacanza è stato il "selfie stick", che in italiano suona più o meno come "bastone per scattarsi delle foto". Tutti con questa mania di scattarsi dei primi piani o di farsi dei video, però per far sì che non vengano mossi o sfuocati ci vuole la prolunga del braccio, il selfie stick appunto. Da non credere.
I più impazziti per questo oggetto sono ovviamente i Cinesi, seguiti dai Russi.
In Italia c'è già questa moda? Fatemelo sapere, altrimenti vi porto dei bastoni per autoscatto....AIUTO!!!! Nel nostro albergo c'era un russo che ogni mattina, a colazione, si autofaceva dei video....qualcuno mi ha detto che questo è l'anno della tecnologia portabile, cioè delle innovazioni che ti porti addosso perché si possono letteralmente indossare...orologi che contano i passi che fai, le calorie che consumi, la massa grassa e a fine giornata mettono tutto in automatico in Excel mandando una mail al tuo portatile.....vabbè, lasciamo stare, io non credevo nemmeno nelle email e adesso mi ritrovo a scrivere un blog....però vi prego, questa cosa del selfie stick è davvero inutile...



Il mondo cambia. A Boracay abbiamo avuto modo di scambiare due parole con il Signor Mario, italiano che vive nell'isola da 36 anni, mai rientrato nel suo paese e ormai in là con l'età. Mario ha due ristorantini sulla spiaggia, un ostello e della terra edificabile. Dice che Boracay è cambiata moltissimo negli anni, per lui in peggio perché da isola deserta è diventata centro del business turistico....A noi è sembrata perfetta per una vacanza con bambini piccoli; certo le agenzie e i tour operator dovrebbero diversificare e proporre anche altre destinazioni, aiutare a distribuire la ricchezza, far conoscere mete differenti, nell'interesse di tutti, viaggiatori, locali...
Pare che a breve metteranno il numero chiuso al numero di turisti ammessi a Boracay.
Stiamo diventando il mondo dei numeri chiusi.
All'università, ai corsi post laurea, nelle isole tropicali...
In tutto questo il Signor Mario, che tanto si lamenta, sta valutando di vendere la sua attività per 15 milioni di euro a dei...Cinesi....
E' questo che a me spaventa. Non il turismo di massa (si può sempre scegliere), non il numero chiuso (se vali eccelli, se ci credi ce la fai), ma i Cinesi.
Se davvero compreranno Boracay la trasformeranno per sempre in qualcosa di replicabile, riconoscibile e identico a mille altre città che hanno già comprato. Con il loro cattivo gusto distruggeranno per ricostruire qualcosa di finto.
Questo mi atterrisce.
In Cina ogni città è uguale all'altra. I cartelli alle fermate degli autobus, gli uffici governativi, le piastrelle che si usano per ricoprire i muri, tutto è uguale. Tutto deve insegnare a pensare il meno possibile, a sentirsi a casa anche se per costruire un'autostrada ti spostano a 1.500 km di distanza da dove abitavi prima. Tutto deve essere omologabile, non discutibile.
Si fa così. Le stazioni si fanno così. I ponti cosà. Un modello da applicare a tutto. Una sola testa che pensa e le altre che devono soltanto eseguire.


Ogni tanto sentiamo il bisogno di uscire da questo paese che pure amiamo per respirare un'aria diversa, per vedere dei muri colorati, una casa differente. Per riaffermare, anche con i fatti e non solo con il pensiero, che si può fare una scelta che non sia uguale per tutti, che tu puoi avere le persiane verdi e io blu. Oppure le treccine e un tatuaggio all'hennè, grande e sulla spalla...
Qui in Cina non è scontato, e se nasci e cresci vedendo sempre le stesse cose, le stesse forme, gli stessi suoni, lo è ancora meno.

Senz'altro Boracay è stata un'iniezione di colori, di cieli, di aria buona.

Poi alla Cina ognuno reagisce come può.
Checco, per esempio, si rifiuta di imparare la lingua. E' più forte di lui. La lascia fuori, non vuole farla entrare per mantenere la distanza da un certo modo di pensare. Ma lo capisco in fondo, dover lavorare tutti i giorni con persone così diverse può atterrire.

Ecco un pezzo di dialogo di ieri, in taxi.
Io sto spiegando al taxista che Checco scende mentre io proseguo fino a Si Bei.
- Checco "Cosa gli hai detto? Cosa vuol dire WO"?
- Vale "Checco....cavolo....vuol dire IO"!!!!!!
Due anni spesi bene!!!!Ahahahahahahha


Baciiiiiiiiiiiiiiiiii alla prossima!!!!!!