domenica 19 aprile 2015

Pensieri di terracotta

La primavera è arrivata, il cantiere davanti a casa nostra è stato aperto (trattasi di albergo di 45 piani) ma i lavori non sono ancora cominciati, le attività con il gruppo delle mamme fervono, il contratto Expat di Checco è stato rinnovato per un altro anno. Tutto procede.
Mentalmente comincio a fare il conto alla rovescia per il rientro in Italia con i bambini tra sei settimane. Sono curiosa delle prime impressioni che avrò dopo quasi nove mesi fuori perché qui a Xiamen siamo ormai abbastanza anestetizzati alla cinesita' che ci circonda.

Prelevare al bancomat in accappatoio e ciabatte? Perché no, qualcuna ti starà aspettando oppure tu sei troppo pigro ma io ti ringrazio in ogni caso, o membro sconosciuto dell'immenso popolo cinese, perché hai trasformato la mia commissione in banca in un'esperienza culturale.

Tartarughe per cena? Perché no, devo solo scegliere se quelle al banco dei freschi nella vaschetta di plastica oppure quelle del venditore ambulante all'angolo, giù in strada, entrambe rigorosamente vive...

Lavare e tagliare le verdure sulla strada? Perché no, in fondo dovrebbe essere pulita, soprattutto se ci è appena passato un motorino e il signore con il carretto ha sputato proprio lì.


Il rientro in patria farà bene soprattutto alle competenze linguistiche dei bimbi. La Fede comincia a mostrare carenze nella coniugazione dei verbi. Io rieschio, lei rieschie, io toglio, io uscio, io eschio... Allora compensa con l'inglese, mum, I go out!
Oppure inizia a raccontare qualcosa in italiano e quando ha dubbi su qualche parola passa all'inglese, per poi arrabbiarsi se IO le parlo in inglese.... Mamma parla in italiano!


Diego si destreggia nel suo trilinguismo, abbastanza bene e senza fretta direi.
L'italiano migliora, finalmente al no imperante si è aggiunto uno scintillante SÌ che lui pronuncia con voce dolcissima. Poi ci sono tre vocaboli che mi fanno troppo ridere, ovvero SCOTCH, CRACKER E CORN FLAKES che Diego pronuncia più o meno nello stesso modo CCRRS, ma dal contesto si riesce a capire chiaramente che vuole indicare tre cose diverse. Forse lui le vive come tre parole ponte tra l'italiano e l'inglese...
Altra parola che ci fa ridere, soprattutto alla fede, è BARBARA....? Diego la pronuncia perfettamente ma ci chiediamo dove l'abbia sentita (non conosciamo nessuno con questo nome) e che cosa significhi per lui. Forse biberon?
Il suo cinese si è arricchito di una parola importante, ME YOU, ovvero no, non ce n'è più. La usa quando finisce i biscotti nella ciotolina oppure quando un aereo nel cielo scompare dietro i palazzi. Me you, più, e allarga le manine.


In compenso il mio cinese non migliora e fa sempre più pietà. Oggi ero a un compleanno per pranzo, con un gruppo di amiche provenienti principalmente da The Netherlands. Abbiamo intonato "tanti auguri" in inglese e poi in una lingua che io ho creduto essere olandese. Alla fine dico, per fare la simpatica "Chi la sa in cinese adesso"?... Risposta.... L'abbiamo appena cantata..... Arg!


Sapete che in cinese non si dice semplicemente bambini? O sorella? Se in Italia sei al parco dici bimbi! Qui no, dici mei mei, ge ge, di di, g g. Ovvero sorella minore, sorella maggiore, fratello minore, fratello maggiore.... In alcuni casi è evidente se il bimbo è più piccolo oppure più grande, ma in altri non è così facile, e allora è tutto un chiedere quanti anni ha, quanti mesi.... Per la serie... Complichiamoci la vita!

 
 Per il finesettimana di Pasqua (che qui non esiste ma il cui periodo coincide circa con la loro festività di commemorazione dei defunti, come il nostro due di novembre) siamo stati a visitare la bella città di Xi'an, famosa soprattutto per l'esercito di terracotta.
Strabiliante.
In compagnia dei fidi Pasquale, Deborah, Filippo e Lorenzo ci siamo sentiti dentro ad una puntata di Super Quark.
Schiere di soldati davanti a noi. Immobili nella storia, immortali.
Stupendi.


La città è molto tipica e carina, ospita un quartiere musulmano con una delle moschee più antiche della Cina.
L'architettura cinese e quella araba si fondono in maniera inaspettata ed interessanti, come i visi e i corpi tutt'intorno.
Nelle stradine brulicanti del centro storico le attività fervono e ci è sembrato di camminare nel Medioevo. Tutto si fa all'aperto... spingere, spremere, schiacciare, girare, mangiare, cucinare spiedini di ogni genere alimentare, persino spiedini di uova... In un tripudio di colori e odori che mi ha ricordato certe atmosfere del Marocco (e infatti al ritorno a casa sono andata a riguardare le foto del viaggio in Marocco con Checco, Marce e Lucia).


E al ritorno, pensieri di terracotta in un giorno qualsiasi, mentre in taxi Xiamen si mostrava ai miei occhi...

A volte credo di riuscire a guardare certe scene di diversità,
oppure di reggere certi odori e modi di
fare, soltanto perché so che non sono i miei. Il fatto di non appartenere a qualcosa può essere spiazzante e dare una sensazione di solitudine, ma anche di estrema libertà. Pensare che questo non è il mio mondo mi fa sentire come un fortunato ospite che può curiosare qua e là, guardare dalla finestra e assaggiare un pezzetto di torta senza doverla per forza finire.

Se pensassi di dover vivere qui per sempre non sopporterei i grattacieli così alti e così fitti, la bruttezza di certi stradoni, i cantieri polverosi che sono ovunque, la totale assenza di gusto nel vestire, il kitsch degli arredamenti d'interni, tralasciando il pensiero della mancanza di libertà di espressione, comunicazione, pratica di un credo religioso.

La condizione di residente a termine mi permette di scivolare sulle cose senza giudicare, viverle al di là del loro essere (belle, brutte, sensate, insensate) e sentirmi appagata da una sensazione di diversità.

Non mi spaventa più come all'inizio il non capire. Non capire una cultura, una lingua, un modo di fare.

Lo accetto e godo di quel non capire perché mi sembra di sottolineare la mia appartenenza ad altro. Allo stesso modo gioisco di poter prendere parte a questo diverso.

Due emozioni si mischiano quotidianamente e mi plasmano.

 
Un bacio! Cerco di scrivere ancora prima di tornare e spero di rivedervi tutti!
Mamma mi manchi!
Greta ti voglio conoscere!
Cami voglio venire in campagna............ E poi andare a Londra per un weekend lungo, lunghissimo senza bambini a trovare la Olga, fare yoga e programmare un viaggio in India a cui si aggreghera' anche mia cugina Ilaria che ancora non lo sa!
Eli vieni anche tu?

Smack!